E' vero, con il bipolarismo ci troviamo difronte il dover scegliere tra ....o la padella o la brace.
Non voglio commentare, solamente riportare due articoli (tra i tanti):
Il Sole 24 Ore, martedì 25 luglio, prima pagina (che riporta poi alla quinta):
- IL VERO CAMBIO BIPARTISAN DELL'EURO? MILLE LIRE -
Le massaie se n'erano accorte già da tempo. In Parlamento, invece, l'hanno capito solo venerdì (21 luglio) scorso: un euro vale mille lire. E' stato il voto bipartisan dei senatori della Commissione Bilancio a mandare in soffitta il <vecchio> tasso di cambio: 1936,27 lire per euro. Quello con cui gli italiani si erano lasciati convincere ad accogliere il nuovo conio. E che però, complici i decimali, era subito risultato ostico. Tanto che prodotti e servizi sono presto passati a un'equazione facile facile: lire sta a euro come mille sta a uno. Qualcuno ha gridato alla truffa. Ma ora la conferma della bontà dell'equazione arriva da Palazzo Madama, che ha aggiunto, in coda alla manovra bis, una disposizione che alza i rimborsi per i comitati promotori dei referendum, votando <il cambio convenzionale euro-lire di uno a mille>. Così, per ogni firma raccolta, i comitati non otterranno più 60 centesimi in luogo di mille lire, ma un euro tondo. E, per le maggiori spese che graveranno sulle casse dello Stato, si provvederà <con parte delle entrate recate dal presente decreto>.
Quanto vale una firma di un referendum' Ieri, solo mille lire. Ma dopo la conversione in legge della manovra d'estate, la somma potrebbe rivalutarsi e passare a un euro. Almeno, questa è la proposta bipartisan dei senatori riuniti in Commissione Bilancio che, venerdì scorso nel tardo pomeriggio, hanno aggiunto in coda al <decreto Visco-Bersani> una norma che corregge al rialzo le regole per il rimborso delle spese sostenute dai comitati promotori dei referendum.
A convincere i colleghi della necessità di stabilire <un cambio convenzionale euro-lire di uno a mille> è stato il Senatore Luigi Lusi dell'Ulivo. Forse per essere sceso in campo direttamente a sostegno del <no> al recente referendum costituzionale, Lusi si è reso conto (dico io: non se ne era reso conto prima? Ma dove vive? In un altro Stato? Perché non lo chiedeva a noi cittadini?
BUTTIAMO NELLA SPAZZATURA QUESTI POLITICI CHE SIAMO COSTRETTI A SOPPORTARE!!!!!) che la cifra do 0,60 euro, indicata dal governo per adeguare le mille lire previste dalla legge 157/99 (C'era la sinistra al governo), era <insufficiente a garantire un'idonea copertura delle spese sostenute dai comitati per il referendum svoltosi nel giugno 2006>. E ha invitato il governo, che presentava l'emendamento in persona del sottosegretario all'Economia Nicola Sartor, a ripensarci.
All'attenzione della commissione Bilancio è finita la legge 157/99 che, all'art.1, stabilisce che <è attribuito ai comitati promotori dei referendum un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione di lire mille per ogni firma valida fino alla concorrenza della cifra minima necessaria per la validità della richiesta>. unica condizione per avere i fondi, valida solo per i referendum abrigativi, è il raggiungimento del quorum.
Rimborsi desueti, quelli in lire. I senatori in commissione Bilancio hanno approfondito la questione e votato <si> al cambio convenzionale. Così, nonostante il parere contrario del relatore Natale Ripamonti (Verdi) e del Governo, il sottosegretario <ha preso atto della volontà parlamentare> e fatto passare il cambio convenzionale retroattivo: un euro vale mille lire, già da aprile.
Sartor si è limitato a suggerire che i costi dei rimborsi raddoppiati necessitano di una clausola di copertura. Detto, fatto. <Al relativo onere -si legge in coda all'emendamento- pari a 2.582.285 euro annui, a decorrere dal 2006, si provvede mediante utilizzo di parte delle maggiori entrate recate dal presente decreto>.
(Allora, grandissimi bastardi, a questo vi serve il nostro sangue? A coprire le spese delle vostre schifose imprese?....questo lo dico io....)
Più soldi, quindi, e più in fretta. I senatori hanno anche stabilito che i rimborsi dovranno arrivare in un'unica soluzione, entro il 31 luglio dell'anno in cui si è svolto il referendum. Come dire: per la consultazione di aprile, il termine sarebbe il prossimo lunedì.
(In pratica se li sono già, anzi, ce li hanno già fottuti!!!!!!).
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Fine dell'articolo, ma ce n'è un altro....sentite come ci prendono per i fondelli......
Il Sole 24 Ore, giovedì 27 luglio, pagina 20.
- I RIMBORSI ELETTORALI RINUNCIANO ALLA COPERTURA -
Le correzioni alla manovra bis non finiscono mai (poveriiiiiiiiiiiiiini....!!!!!!!). Il maxi-emendamento votato martedì notte al Senato modifica infatti in molti punti il teso licenziato venerdì dalla commissione Bilancio, anche nei dettagli.
Tra gli articoli <limati> anche il 39bis, che alza i rimborsi elòettorali per i comitati promotori dei referendum e istituisce il <cambio convenzionale euro-lire di uno a mille>. E' sparita, infatti (si veda il testo riportato sul Sole-24Ore di ieri) [sbagliato: era il Sole24 del martedì e non del giorno prima. Io li ho tutti, quindi non mi fottono! Mi viene il sospetto che volessero depistare chi avesse voglia di andare a controllare, sperando che non avesse sotto mano il giornale di due giorni prima dove -FORSE

Una correzione resa necessaria (per non fare figure di merda?) dal fatto che il tetto dei rimborsi resta comunque invariato, passando dai vecchi 5 miliardi (miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.........voglio fare il politico pure io.....

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Scusate, ma mi stata pigghiannu p'o culu?
Poco più di 2,5 milioni non sono uguali ai 2.582.285 euro dell'articolo di prima?